Reti al Lavoro: un seminario sulla partnership per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

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di Alessia Taglianetti

 

Come rafforzare e dare continuità ai partenariati territoriali? E come coinvolgere attivamente le comunità locali, in Italia e in Senegal, per la cooperazione e per il raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite?

Si è aperto con queste domande il seminario “Agenda 2030: Partnership per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” promosso nell’ambito del progetto “Reti al Lavoro: Percorsi in Comune per Giovani e Donne in Senegal” nella mattinata di mercoledì 16 ottobre 2024.

Introdotto da Claudia Re della Regione Piemonte, l’incontro ha avuto luogo nella sala grande del Circolo dei Lettori e ha coinvolto le persone che rappresentano i 10 progetti di regranting  che vedono cooperare 7 comunità piemontesi e 3 sarde con altrettante comunità locali senegalesi.

La riflessione si è sviluppata poi attorno a due tavoli di lavoro.

Il primo, moderato da COCOPA e Anci in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, verteva su uno “Scambio di buone pratiche, metodologie e strumenti per gestire, rafforzare e dare continuità ai partenariati territoriali”.

Il secondo, grazie alla moderazione del Consorzio delle ONG Piemontesi e alla collaborazione di RETE ONG, ha stimolato un dibattito sul “Coinvolgimento delle comunità territoriali in Italia e Senegal a partire dalle iniziative di cooperazione decentrata”.

Come stiamo facendo cooperazione?

Da sinistra: Daniela Guasco, Ong RETE, Claudia Re, Regione Piemonte, e Marta Mosca, CISAO – Centro Interdipartimentale di Ricerca e Cooperazione Tecnico Scientifica con l’Africa, Università degli Studi di Torino

Citando un recente articolo di Info Cooperazione, Marta Mosca del Centro Interdipartimentale di Ricerca e Cooperazione Tecnico Scientifica con l’Africa per l’Università degli Studi di Torino, ha raccontato quali sfide siano emerse dall’Atelier Sud-Sud organizzato in Senegal, a Louga, il 29-30 maggio 2024.

Come stiamo facendo cooperazione?”, per rispondere a questa domanda Marta Mosca ha ripreso i punti salienti della sfida rappresentata dalla “decolonizzazione dell’aiuto”, ricordando che il sistema italiano di cooperazione deve ancora impegnarsi molto affinché siano adottate sistematicamente pratiche che stimolino il reale protagonismo della società civile locale in tutte le fasi di programmazione e progettazione degli interventi di cooperazione internazionale.

Le sfide sono molteplici: dalle lunghe attese per la distribuzione dei fondi alla mancanza di risorse umane e personale stabile, ma l’opportunità potrebbe essere quella di scrivere insieme i progetti, acquisire esperienza attraverso il sapere altrui, attraendo nuovi investimenti sui territori nell’ottica di una vera collaborazione tra pari basata sul mutual learning.

Lo scambio di buone pratiche ed esperienze

I tavoli di lavoro hanno coinvolto numerose autorità locali e molte realtà associative che stanno partecipando ai 10 progetti finanziati dal meccanismo di regranting del progetto Reti al Lavoro, in due interessanti dibattiti. Dal primo tavolo, il dialogo sullo scambio di buone pratiche ha generato una prima riflessione sulla motivazione che sta alla base degli interventi di cooperazione.

Edoardo Daneo, Direttore COCOPA (a sinistra) e Elena Ciarlo, Responsabile cooperazione internazionale e progetti europei ANCI Piemonte (a destra) conducono il tavolo sui partenariati territoriali

Le amministrazioni cambiano, cambia la visione e cambiano le strategie, per questo spesso la scintilla scatta dalla società civile e si ravviva con un investimento serio promosso dai decisori politici e dai funzionari pubblici, i quali possono fare da tramite e dare così vita a un passaggio di informazioni e competenze nel lungo periodo.

Come suggerisce lo stesso nome del progetto Reti al Lavoro, il nodo di lettura potrebbe essere l’istituzione di un gruppo di comuni con l’intenzione di coinvolgere sempre di più nuove realtà, abbinando chi ha molta esperienza con chi ne ha poca, in ambito di cooperazione.

Altrettanto fondamentale il modo in cui viene comunicata la cooperazione alla cittadinanza: spesso le attività di cooperazione vengono interpretate come un “qualcosa in più” che distrae risorse da altre priorità e che appesantisce il lavoro dei funzionari, e non come una parte integrante dell’opera dei comuni.

Imprescindibile in questo processo la valorizzazione delle diaspore e la comunicazione con i suoi diversi esponenti: il Comune di Torino, ad esempio, ha promosso un corso di progettazione europea proprio con le diaspore per favorire la conoscenza reciproca e lo scambio reciproco di competenze e conoscenze.

 

Più coinvolgimento per diffondere una cultura della cooperazione

Andrea Micconi, direttore COP, conduce il tavolo di lavoro sul coinvolgimento delle comunità territoriali

Nel confronto sul coinvolgimento delle comunità territoriali in Italia e Senegal è emerso quanto sia fondamentale rafforzare le relazioni promuovendo tra istituzioni visite e scambi reciproci, ma non solo tra istituzioni.

Gli scambi giovanili in Senegal hanno motivato molte ragazze e ragazzi che, una volta tornati a casa, sono passati all’impegno. Questo sottolinea l’importanza di allargare le delegazioni coinvolgendo più persone che non siano solo rappresentanti istituzionali.

Un nodo importante per favorire il coinvolgimento dei più giovani e creare una cultura della cooperazione nelle famiglie può essere in particolare la promozione delle collaborazioni tra le scuole dei rispettivi territori e, dove possibile, il coinvolgimento dei consigli comunali dei ragazzi e delle ragazze.

 

Per una cooperazione decentrata “decolonizzata”

La cooperazione internazionale in generale ha oggi il compito di scardinare il retaggio coloniale del rapporto unilaterale tra donatori e beneficiari. In questo senso anche la cooperazione decentrata, oggi più comunemente definita “cooperazione tra territori”, deve partecipare al dibattito sulla “decolonizzazione” e sulla “localizzazione” di quello che oggi è ancora purtroppo chiamato “aiuto pubblico allo sviluppo”.

Angelica Domestico, Settore Relazioni Internazionali e Cooperazione della Regione Piemonte

Enti Locali e associazioni del territorio possono, proprio per i loro rapporti di prossimità con le comunità locali e le relazioni paritarie che nascono quando entrano in contatto per creare dei partenariati territoriali, contribuire attivamente a spostare quel disequilibrio di potere e risorse esistente tra i tradizionali attori e donatori internazionali, da un lato, e gli attori locali di riferimento per gli interventi di cooperazione. Allo stesso tempo contribuendo a valorizzare le rispettive leadership locali, al Sud così come al Nord, creando alleanze per la lotta contro la burocrazia e le premesse per un cambiamento sistemico. 

La vera sfida, insomma, è promuovere una relazione alla pari, basata sulla reciprocità. E questo è proprio l’intento del progetto Reti al Lavoro: Percorsi in Comune per Giovani e Donne in Senegal.

 

Vorresti saperne di più sul progetto?

www.piemontecooperazioneinternazionale.it

www.regione.piemonte.it/cooperazione-internazionale

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